Cos’è
Psicologia analitica è il nome con cui si indica il complesso di teorie psicoanalitiche e di prassi psicoterapeutiche che hanno la loro origine nell’opera di Jung. La teoria junghiana si fonda principalmente su due concezioni innovative: la dissociabilità naturale della psiche, fondata sulla scoperta dei complessi a tonalità affettiva, e l’esistenza di un inconscio collettivo in cui affonda le sue radici biologiche e spirituali la vita psichica inconscia dell’individuo umano. Le ricerche nell’area della psicologia analitica sono rivolte al confronto con altre scuole di psicoanalisi e con altre discipline, con particolare interesse per la produzione di immagini e di miti contemporanei.
Qual è l’obiettivo
La meta dell’analisi junghiana è il raggiungimento dell’individuazione, ovvero la conquista di una maggiore consapevolezza dei molteplici fattori che influenzano il modo in cui una persona si rapporta al complesso delle proprie esperienze psicologiche, interpersonali e culturali. Jung riconobbe l’importanza delle esperienze della prima infanzia nella costruzione di complessi attivi nell’inconscio personale dell’adulto, che disturbano il suo funzionamento psicologico e relazionale. Ma la peculiare intuizione di Jung sta nel riconoscimento della parallela importanza di fattori estranei all’esperienza personale, che hanno una qualità più universale: gli archetipi dell’inconscio collettivo, che danno forma alle narrative, ai miti e alle manifestazioni religiose che caratterizzano la cultura cui si appartiene.
Come funziona
L’approccio junghiano si fonda sul riconoscimento e sulla valorizzazione dell’unicità e delle potenzialità distintive presenti in ogni essere umano. Il lavoro promosso dalla psicologia analitica coltiva costantemente il dialogo con la psicoanalisi contemporanea e gli sviluppi delle neuroscienze, ancorandosi saldamente alle sue radici umanistiche: non limita i propri obiettivi alla soppressione dei sintomi né solamente al ripristino di un equilibrio alterato, ma mira a realizzare un processo di trasformazione completo, al servizio del dispiegarsi armonioso delle potenzialità di ciascuno.
Il lavoro dell’analisi junghiana, cerca di superare gli ostacoli, interni o esterni, che impediscono a ciascuno di “diventare pienamente se stesso”, concetto che Jung chiamava “processo di individuazione”. La psicoterapia analitica è una esperienza trasformativa che terapeuta e paziente intraprendono insieme: non si tratta di trasferire delle conoscenze “su” qualcosa, ma di fare esperienza “di “ qualcosa.